Acclimatizzazione ed esercizio fisico nel cavallo
Acclimatizzazione ed esercizio fisico nel cavallo
-Si tratta di una risposta dal notevole significato adattivo e che “non sposta semplicemente i limiti di sopravvivenza, bensì tende ad ottimizzare il livello di attività dell’organismo ad ogni temperatura ambientale nel campo della sopravvivenza”.-
6.5 L’acclimatizzazionePag. 104
CAOLA / Fisiologia dell’esercizio fisico del cavallo
L’acclimatizzazione o acclimatazione è l’adattamento rapido e reversibile dell’organismo alle temperature ambientali, tale adattamento ha lo scopo di ottimizzare le risorse dell’organismo e mantenere la corretta omeostasi termica affinché il cavallo possa sopravvivere senza difficoltà. L’acclimatizzazione avviene in parte spontaneamente ed è quella che permette al cavallo di fronteggiare serenamente sia l’estate che l’inverno o di adattarsi ad un ambiente diverso da quello in cui vive di solito o ha vissuto in precedenza, ma può anche essere stimolata nel cavallo rendendolo più resistente al caldo o anche al freddo migliorando il suo naturale sistema di termoregolazione. Per il cavallo impiegato nell’attività sportiva, lavorativa o ricreativa la corretta acclimatizzazione è indispensabile per mantenere sano l’organismo e aiuta nelle prestazioni atletiche soprattutto in caso di temperature ambientali elevate.
Con la gestione e l’allenamento si stimola l’organismo a tollerare meglio sia le temperature basse che le temperature elevate, a riposo o sotto sforzo. Una maggior tolleranza al caldo o al freddo si traduce in minor dispendio di energie e di risorse e maggiore efficacia delle risorse utilizzate.
Tenendo presente che la temperatura corporea rilevante è quella interna, l’organismo ben acclimatato manterrà più facilmente ideale la temperatura corporea interna anche durante lo sforzo dell’attività fisica, il quale produce calore, impiegando in anticipo le risorse di termodispersione in modo tale da non far salire la temperatura per poi farla scendere (cosa che accade in un soggetto non acclimatato), ma mantenendo stabile il più possibile la temperatura corporea interna utilizzando e non sprecando le risorse naturali.
Il sudore è la risorsa di termodispersione più rilevante poiché porta alla perdita di elettroliti e di liquidi, tale perdita influisce sulla muscolatura e inevitabilmente su l’attività cardiaca e respiratoria con conseguente calo rilevante delle prestazioni atletiche.
Il sudore del cavallo
La termoregolazione nel cavallo
In un soggetto non acclimatato la sudorazione inizia quando la temperatura corporea interna è già più elevata rispetto alla temperatura ideale, la sudorazione avviene per poter far scendere la temperatura corporea e riportarla a livelli ottimali. La quantità di sudore in un soggetto non acclimatato è maggiore ed è molto più ricco, ciò significa che il cavallo non acclimatato sudando perde sia acqua che una quantità rilevante di elettroliti.
Il cavallo non acclimatato non tollera molto bene il caldo e l’attività fisica al caldo, ha un maggior dispendio di risorse, di energie e subentra più rapidamente la stanchezza, i tempi di recupero post sforzo sono più lenti.
In un soggetto acclimatato la sudorazione comincia prima che la temperatura corporea interna salga permettendo così di mantenere stabile ed entro livelli ottimali la temperatura corporea per più tempo. Il soggetto acclimatato suda prima, ma il suo sudore è povero e distribuito in modo maggiormente omogeneo così da favorire maggiormente la dispersione del calore potendo compiere lo sforzo fisico senza stressare eccessivamente l’organismo per via della perdita di liquidi ed elettroliti, i quali andranno comunque reintegrati.
L’adattamento è graduale e avviene nel giro di circa 15 – 20 giorni per un cavallo che lavora regolarmente, correttamente ed è ben gestito.
Per abituare il cavallo al caldo bisogna lavorare frequentemente e aumentando gradualmente l’intensità dell’attività fisica durante l’esposizione alle temperature ambientali elevata.
È necessario svolgere l’attività gradualmente e senza eccedere controllando la frequenta cardiaca e respiratoria, la temperatura interna e la capacità di termodispersione, questo per evitare importanti scompensi idrici ed elettrolitici causa del colpo di calore.
Lo scopo è quello di innalzare poco a poco il limite per migliorare la capacità atletica evitando però di stancare il cavallo portandolo al limite. Arrivare allo sfiancamento è un gravissimo errore che rende vano il lavoro e fa male al cavallo. È indispensabile monitorare correttamente il cavallo, eseguire un corretto riscaldamento, defaticamento e raffreddamento, è altrettanto indispensabile supportare il cavallo con una dieta corretta reintegrando liquidi, elettroliti e nutrienti che si perdono inevitabilmente con la sudorazione e l’attività metabolica.
In un soggetto non acclimatato la sudorazione inizia quando la temperatura corporea interna è già più elevata rispetto alla temperatura ideale, la sudorazione avviene per poter far scendere la temperatura corporea e riportarla a livelli ottimali. La quantità di sudore in un soggetto non acclimatato è maggiore ed è molto più ricco, ciò significa che il cavallo non acclimatato sudando perde sia acqua che una quantità rilevante di elettroliti.
Il cavallo non acclimatato non tollera molto bene il caldo e l’attività fisica al caldo, ha un maggior dispendio di risorse, di energie e subentra più rapidamente la stanchezza, i tempi di recupero post sforzo sono più lenti.
In un soggetto acclimatato la sudorazione comincia prima che la temperatura corporea interna salga permettendo così di mantenere stabile ed entro livelli ottimali la temperatura corporea per più tempo. Il soggetto acclimatato suda prima, ma il suo sudore è povero e distribuito in modo maggiormente omogeneo così da favorire maggiormente la dispersione del calore potendo compiere lo sforzo fisico senza stressare eccessivamente l’organismo per via della perdita di liquidi ed elettroliti, i quali andranno comunque reintegrati.
Come si acclimatizza un cavallo?
È opportuno precisare che ci sono limiti imposti dalla genetica, da l’età, dall’abitudine all’attività fisica e da molti altri fattori, dunque ogni cavallo ha una soglia massima soggettiva ed è bene non strafare poiché è un limite che non può essere superato semplicemente perché l’organismo non può farlo.L’adattamento è graduale e avviene nel giro di circa 15 – 20 giorni per un cavallo che lavora regolarmente, correttamente ed è ben gestito.
Per abituare il cavallo al caldo bisogna lavorare frequentemente e aumentando gradualmente l’intensità dell’attività fisica durante l’esposizione alle temperature ambientali elevata.
È necessario svolgere l’attività gradualmente e senza eccedere controllando la frequenta cardiaca e respiratoria, la temperatura interna e la capacità di termodispersione, questo per evitare importanti scompensi idrici ed elettrolitici causa del colpo di calore.
Lo scopo è quello di innalzare poco a poco il limite per migliorare la capacità atletica evitando però di stancare il cavallo portandolo al limite. Arrivare allo sfiancamento è un gravissimo errore che rende vano il lavoro e fa male al cavallo. È indispensabile monitorare correttamente il cavallo, eseguire un corretto riscaldamento, defaticamento e raffreddamento, è altrettanto indispensabile supportare il cavallo con una dieta corretta reintegrando liquidi, elettroliti e nutrienti che si perdono inevitabilmente con la sudorazione e l’attività metabolica.
Un cavallo che svolge regolare attività fisica tutto l’anno si acclimatizza molto più facilmente rispetto ad un cavallo che lavora saltuariamente. Per la prima categoria l’acclimatizzazione e la tolleranza al caldo ed al lavoro ad alte temperature nel periodo estivo o in luoghi ove la temperatura ambientale è elevata avviene più facilmente quando correttamente gestiti, per i secondi invece impiegano più tempo.
È così importante acclimatizzare il cavallo?
L’acclimatazione fa parte della preparazione atletica del cavallo, quindi si, è molto importante soprattutto quando si svolge attività sportiva, lavorativa e attività ludica che prevede lavoro all’aria aperta per molte ore come escursioni e trekking.Un cavallo ben acclimatato sopporta il caldo senza problemi e vive più serenamente tutte queste attività rispetto ad un cavallo che il caldo l’attività fisica anche di media intensità al caldo non la sopporta.
I benefici vanno ben oltre le prestazioni atletiche, un cavallo acclimatato tollera meglio il caldo e patisce di meno le temperature estive elevate anche quando è al paddock. L’organismo che non va in stress facilmente adempie al meglio a tutte le funzioni vitali e si mantiene più facilmente sano abbassando notevolmente il rischio di problemi legati al caldo.
Affrontare il caldo
Il colpo di freddo nel cavallo
Non solo il caldo. Sebbene l’acclimatizzazione al caldo sia di grande importanza per i cavalli che svolgono attività sportiva o lavorativa, l’acclimatazione avviene anche al freddo laddove la temperatura ambientale è molto bassa. Il procedimento è sempre lo stesso, una graduale e costante esposizione alle condizioni alle quali bisogna abituare l’organismo durante l’attività fisica, facendo sempre attenzione ai parametri vitali.
Il colpo di freddo nel cavallo
Non solo il caldo. Sebbene l’acclimatizzazione al caldo sia di grande importanza per i cavalli che svolgono attività sportiva o lavorativa, l’acclimatazione avviene anche al freddo laddove la temperatura ambientale è molto bassa. Il procedimento è sempre lo stesso, una graduale e costante esposizione alle condizioni alle quali bisogna abituare l’organismo durante l’attività fisica, facendo sempre attenzione ai parametri vitali.
Il post è solo informativo e riduttivo di un argomento molto più ampio e complesso di fisiologia e fisiologia sportiva.
Non improvvisare l’allenamento del cavallo se non sai davvero molto bene cosa fare e come farlo.
Il Cavallo - Benessere & Bellezza di Lisiana Patalano.
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