L’importanza dello spazio tra cavalli durante il lavoro
L’importanza dello spazio tra cavalli durante il lavoro
La distanza tra i cavalli durante il lavoro in sella è indispensabile per la sicurezza, la concentrazione e la buona riuscita del lavoro.
Cavalli in sella e la bolla magica.
Sapete cos’è la bolla magica? La bolla magica è quello spazio vitale nel quale non tutti possono entrare, ed anche i cavalli hanno questa bolla magica, che consiste, nel concreto, nella distanza da mantenere, avanti, ai lati e dietro.
Molti cavalli sono molto confidenziali con i propri simili al paddock, ma quando lavorano le cose possono cambiare, e succede che, anziché pensare serenamente al lavoro, siano più concentrati sugli altri cavalli .
Quando si lavora in un campo, o si va in passeggiata, o in qualsiasi altra occasione in cui vengono montati assieme più cavalli, per motivi di sicurezza è bene sempre tenere almeno 2 metri di distanza tra un cavallo e l’altro.
Ciò serve a scongiurare calci, e se un calcio viene sferrato, non colpisce in pieno il cavallo che è subito dietro. Anche un cavallo che solitamente non calcia potrebbe calciare.
Inoltre consente di lavorare meglio, più liberi, concentrati, e di mantenere più facilmente l’andatura richiesta.
Il lavoro in sezione aiuta molto il cavaliere a controllare il cavallo. Decidere quando si è capo ripresa è decisamente facile, ma la storia cambia quando si è in sezione, poiché il cavallo spesso è portato a seguire passivamente il cavallo che ha davanti. Se gli sta praticamente addosso lavorare individualmente pur stando in sezione è impossibile. Mantenendo invece la giusta distanza, il lavoro in sezione diventa fruttuoso.
Sembra semplice, ma in realtà non lo è, specialmente quando abbiamo a che fare un cavallo che si imbranca, o abituato a lavorare passivamente come molti cavalli della scuola.
La distanza è una strategia di sicurezza anche nel caso in cui il cavallo avanti, per qualche motivo, rallenta o si ferma, o ha qualsiasi altro problema. Quando si è fuori e si cammina in posti particolari, mantenere la distanza diventa un vero e proprio punto di salvezza, perché se il cavallo davanti finisce in un posto difficoltoso, siamo in tempo per evitare che il nostro abbia lo stesso problema, e quindi possiamo anche intervenire se necessario, senza creare problema su problema. Non rischiamo di andargli addosso, tantomeno di essere coinvolti.
Altra cosa importantissima, in caso di cadute del cavaliere. Se i cavalli sono tutti ammassati, il rischio che il cavaliere venga pestato, non dal suo, ma dal cavallo che è subito dietro, è più elevato, rispetto a quando c’è la distanza, e quindi anche il tempo materiale di fermarsi o cambiare direzione.
La distanza può concretamente salvare la pelle.
Ciò non è solo importante per lavorare bene, ma è fondamentale per il quieto vivere dei cavalli.
Non tutti i cavalli amano avere contatti con i propri simili quando lavorano, e ci sta anche che tra due o più cavalli ci siano delle antipatie, oppure quando c’è “il cavallo estraneo”, il cavallo che non fa parte del branco, venga facilmente preso di mira.
Quindi limitare le occasioni di litigio è dovere del cavaliere, per la sua sicurezza, quella del suo cavallo e quella degli altri, cavalli e cavalieri, perché nel peggiore dei casi si scatena una reazione a catena che coinvolge tutti o quasi, con conseguenze poco piacevoli.
Quindi limitare le occasioni di litigio è dovere del cavaliere, per la sua sicurezza, quella del suo cavallo e quella degli altri, cavalli e cavalieri, perché nel peggiore dei casi si scatena una reazione a catena che coinvolge tutti o quasi, con conseguenze poco piacevoli.
Un esempio classico, due cavalli si prendono a calci, e c’è il fuggi fuggi generale.
Non sono pochi gli episodi in cui due cavalli per prendersi a calci, hanno colpito il cavaliere, o che si sono fatti male nella fuga generale dei cavalli per evitare di prenderle. Quindi prevenire è meglio che curare. Un calcio che potrebbe colpire il cavaliere è pericoloso, ma anche tra di loro, specialmente se sono ferrati, i cavalli si fanno molto male.
Quando vediamo che un cavallo è particolarmente agitato, costringerlo alla vicinanza con il suo “antagonista” può solo peggiorare le cose. Comincia a lavorare male, l’agitazione distrarrà gli altri cavalli e cavalieri, darà impiccio al cavaliere. Tutta una serie di cose che sono veramente tediose per il binomio a lavoro, ma anche per chi è attorno.
Certo, seguiamo la teoria del “i suoi problemi non ti riguardano”, ma se i suoi problemi rischiano di diventare anche i miei, preferisco girare alla larga da un cavallo nervoso che rischia di dare un calcio, ferendo me o il mio cavallo. Gli incidenti vanno evitati evitando di mettersi in situazioni pericolose, non ignorando il problema.
Il problema di certo non lo evitiamo rinunciando al lavoro in sezione, anzi. Il lavoro in sezione, quando fatto bene, è molto importante per il binomio, e diventa anche la prova del nove dopo la rieducazione del cavallo, ma anche un ottimo modo per evitare che il cavallo prende il brutto vizio di lavorare solo da solo. Abituarlo a lavorare con altri cavalli è importantissimo.
I conflitti tra cavalli non si risolvono durante una sessione di lavoro.
Rieducare o educare il cavallo in qualche modo, o se non si riesce in ciò, il cavallo capriccioso lavorerà in condizioni da non creare problemi, ad esempio come ultimo della fila, e sarà premura degli altri cavalieri mantenere anch’essi la distanza.
Inoltre se abbiamo un cavallo che calcia, è bene avvisare gli altri, e magari indossare alla coda il fiocchetto di colore rosso, che indica appunto che quel cavallo calcia.
Stando in maneggio, prima o poi tutti conosceranno quel cavallo e faranno attenzione automaticamente, ma quando siamo in concorso o in trekking, dove ci sono cavalli e cavalieri che non conoscono il personaggio, vanno avvertiti, per correttezza soprattutto. Non bisogna nascondere il problema, ma bisogna evitarlo. Grandissima maleducazione c’è da parte di quelli che, per vergogna o per paura del cavallo che calcia, non avvisano, e poi succedono i casini.
Il segnale universale è appunto il fiocco rosso alla coda.
In ogni caso, io preferisco che il viziaccio di calciare venga tolto, o almeno controllato, e non è impossibile. Con l’aiuto di chi è di pratica competenza e può seguire personalmente cavallo e binomio, anche questo vizio si può limare notevolmente, o togliere. Ma comunque è sempre bene stare in campana.
Ovviamente, se non siamo degli scellerati, viene automatico non avvicinarsi ad un cavallo che non si conosce con il proprio.
Ricorda sempre che la distanza è importantissima, ed è una delle prime cose che dovrebbe essere insegnata, mantenere la distanza tra un cavallo e l’altro.
I conflitti tra cavalli non si risolvono durante una sessione di lavoro.
Rieducare o educare il cavallo in qualche modo, o se non si riesce in ciò, il cavallo capriccioso lavorerà in condizioni da non creare problemi, ad esempio come ultimo della fila, e sarà premura degli altri cavalieri mantenere anch’essi la distanza.
Inoltre se abbiamo un cavallo che calcia, è bene avvisare gli altri, e magari indossare alla coda il fiocchetto di colore rosso, che indica appunto che quel cavallo calcia.
Stando in maneggio, prima o poi tutti conosceranno quel cavallo e faranno attenzione automaticamente, ma quando siamo in concorso o in trekking, dove ci sono cavalli e cavalieri che non conoscono il personaggio, vanno avvertiti, per correttezza soprattutto. Non bisogna nascondere il problema, ma bisogna evitarlo. Grandissima maleducazione c’è da parte di quelli che, per vergogna o per paura del cavallo che calcia, non avvisano, e poi succedono i casini.
Il segnale universale è appunto il fiocco rosso alla coda.
In ogni caso, io preferisco che il viziaccio di calciare venga tolto, o almeno controllato, e non è impossibile. Con l’aiuto di chi è di pratica competenza e può seguire personalmente cavallo e binomio, anche questo vizio si può limare notevolmente, o togliere. Ma comunque è sempre bene stare in campana.
Ovviamente, se non siamo degli scellerati, viene automatico non avvicinarsi ad un cavallo che non si conosce con il proprio.
Ricorda sempre che la distanza è importantissima, ed è una delle prime cose che dovrebbe essere insegnata, mantenere la distanza tra un cavallo e l’altro.
Ma il cavallo non mantiene la distanza automaticamente solo perché il cavaliere ha un'idea di come si faccia, il cavaliere deve agire, se non c'è azione, non c'è richiesta ed il cavallo fa come vuole, e poi siamo punto e a capo.
Copyright © 2014 – data odierna
Il Cavallo - Benessere & Bellezza di Lisiana Patalano.
Tutti i diritti riservati.
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